giovedì 11 marzo 2010
Non è colpa mia
Avete mai notato come gli esseri umani tendano sempre a scaricare la propria responsabilità? Qualunque cosa accada, è sempre colpa di qualcun altro.
È colpa del governo, del clima, della società, del vicino di casa stronzo, del cane che abbaia, dello stupratore seriale.
È colpa della legge, della polizia, dell’imperialismo americano, del deficiente che si è preso la precedenza che gli dava il codice della strada invece di lasciar passare me per primo.
C’è sempre qualcuno che ci provoca, che ci fa del male, che ci spia, che ci tradisce, che ci spettegola.
Ma se ognuno continua a dare la colpa agli altri di tutto quello che non va nella propria vita e nel mondo, di chi è la colpa? Se siamo tutti innocenti, perché tutto va a rotoli?
È molto comodo e apparentemente liberatorio scaricare sempre la responsabilità sugli altri: c’impedisce di vedere il nostro schifo. E non v’illudete, c’è dello schifo in ognuno di noi, senza eccezioni.
Ma il vero problema non è lo schifo interiore, quello si può ripulire. I maestri spirituali di ogni tempo e di ogni tradizione ci hanno ampiamente insegnato come fare.
Il vero problema è che non accettiamo di guardarci dentro, perché questo comporterebbe un impegno notevole, una notevole onestà verso noi stessi (che siamo quelli a cui mentiamo più che a chiunque altro) e soprattutto, in questi tempi in cui conta solo l’esteriorità, la distruzione dell’immagine che ci siamo costruiti di noi.
Allora, invece di fare pulizia, prendiamo i maestri spirituali e li perseguitiamo, li calunniamo, li sputiamo, li torturiamo, li crocefiggiamo, li avveleniamo, li facciamo a pezzi.
Adesso capisco perché sono stati eliminati i manicomi. In un mondo di pazzi, o chiudi i sani, o chiudi i manicomi.
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