giovedì 11 marzo 2010
Libertà
Dovremmo imparare dai gatti.
Mi riferisco nello specifico alla libertà.
Un gatto non sarà mai uno schiavo, di niente e di nessuno.
Chi ha o ha avuto un gatto lo sa.
Una mia carissima amica diceva che non era lei ad avere il gatto: era il suo gatto che aveva lei. È così che funziona. Il gatto è l’essere più libero del creato. Fa quello che vuole, quando vuole e come vuole. Voi v’illudete che non sia così. Farvelo credere fa parte della sottile strategia del gatto. Il gatto piuttosto si fa ammazzare, ma non molla ciò che è suo di diritto. Il gatto sa che la libertà è il bene più prezioso che esiste in natura. Per questo in ogni momento della sua vita onora la sua libertà. Potrei dire che la vita stessa del gatto è votata alla celebrazione della libertà.
Imparare dal gatto significa capire che la libertà è una condizione mentale e non fisica, una qualità dell’anima, assoluta ed imprescindibile per ogni creatura. Significa capire che la dignità è la qualità con la quale ogni creatura è chiamata a difendere la sua libertà, e che gli animali (tutti, non solo i gatti) conoscono questa qualità che molti umani hanno dimenticato per inseguire una vita comoda,una vita ricca, una vita tranquilla, una vita sicura, una vita perbene, e sono diventati schiavi di altri umani, o del denaro o della paura.
Ma senza libertà, e senza dignità, non c’è più uomo, non c’è più anima, non c’è più Dio.
Non c’è più niente.
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