giovedì 11 marzo 2010

Egoismi


Pensavo.
Pensavo a quanto sia sottile l’egoismo dell’uomo. Tanto sottile che in certi casi quasi diventa impossibile vederlo, eppure c’è, come una nota di fondo sempre uguale, che si mescola ai rumori del mondo e ci abitua a sé tanto da non accorgercene neanche.
Pensavo che il piccolo egoismo, come il grande, contribuisce al malessere del mondo. Per esempio: quando mi aspetto che il mio amico mi capisca, mi dia aiuto, disponibilità, conforto, consiglio, perché è un amico e gli amici, si sa, si vedono nel momento del bisogno. Certo, del mio. Perché quando invece è l’amico che va capito, aiutato, confortato, consigliato, io non ho mai tempo, sono sempre in un periodo incasinato, mi è morto il cane, il gatto, il nonno, il portinaio, ho distrutto la macchina in un incidente in cui naturalmente non ero io il responsabile, il mio partner mi tradisce e la zuppa si è attaccata alla pentola.
Azzo.
Oppure. Il mio amico mi sta dicendo qualcosa. Me ne accorgo perché mi sta di fronte e mi guarda muovendo le labbra. Di solito quando fa così significa che sta cercando di comunicarmi qualcosa. Allora perché invece di ascoltarlo e magari rispondergli in un modo che gli faccia capire che sto seguendo quello che dice gli do sulla voce parlando di tutt’altro come stessi cambiando canale alla radio perché la trasmissione non mi piace? O subisso io il mio amico senza permettergli di inserire nemmeno un’interiezione fra una parola e l’altra del mare di imbecillità in cui lo sto sommergendo, impedendomi di tirare il fiato negli intervalli che non ci sono?
Tanti piccoli egoismi reiterati ogni giorno fanno un unico grande egoismo, che affoga la terra. È proprio quello che sta succedendo, nel caso qualcuno ancora non se ne fosse accorto.
Pardon, forse gli si è bucata una gomma mentre andava ad un importantissimo appuntamento, ed è troppo impegnato ad inquinare l’aria di sante madonne, perché non gliene va mai bene una in questo mondo di m…

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