lunedì 13 settembre 2010
Letterina
Caro Stephen Hawking,
ho letto sui giornali che, ritornando sulle tue posizioni di 22 anni fa, secondo le quali i tuoi studi ti avevano dimostrato che l’Universo non può esistere senza il postulato – Dio, oggi, in un tuo nuovo libro, hai affermato che Dio non esiste, il postulato – Dio non è più necessario all’esistenza dell’Universo perché, rispondendo alla domanda di Einstein, la Teoria unificata avrebbe una forza tale da determinare la sua propria esistenza senza bisogno di un creatore.
Così, vorrei porti alcune domande.
Ti sei mai chiesto se il concetto di Dio che ti hanno insegnato le religioni occidentali sia l’unico degno di essere preso in considerazione, anche solo per scartarlo con i mezzi della logica e della scienza?
Ti sei mai chiesto se Dio, invece che un’entità separata e determinante l’Universo, non sia invece l’Energia stessa che è l’Universo? Ti sei mai chiesto, insomma, se esiste un altro modo di intendere Dio? E se è così, ti sei chiesto se il fatto che l’Universo non ha bisogno di Dio perché la Teoria è sufficiente da sola a spiegare se stessa si verifica perché Dio è la Teoria stessa?
Ti sei mai chiesto cosa permette alla tua straordinaria intelligenza di riuscire a manifestare se stessa nonostante il terribile handicap che affligge il tuo corpo? Non è la tua stessa intelligenza, e la sua forza dirompente, Dio? Non è la tua incrollabile volontà e determinazione con cui l’hai affermata, Dio?
Non hai pensato che in un mondo sempre più materialista e cinico, la tua teoria della superfluità di Dio può contribuire a rendere il mondo un po’ più brutto, mentre 22 anni fa l’avevi reso più bello?
Ti sei mai chiesto se credere in Dio, indipendentemente dal fatto che Egli esista o no ed in quale forma, può essere un modo per rendere migliore l’esistenza?
Non ti chiedo se hai mai letto i Veda, o ti sei mai avvicinato al misticismo Sufi, che sull’interazione Dio – Universo avrebbero molto da dirti, perché mi sembra incredibile che tu abbia potuto ignorare quel patrimonio isolandoti esclusivamente nel positivismo scientifico.
C’è stato un grande Maestro spirituale del ‘900, si chiamava Osho, e naturalmente credeva in Dio. “Naturalmente”, nel senso letterale del termine, perché l’esistenza di Dio lui l’aveva sperimentata di persona nel conseguire l’illuminazione, che altro non è se non la percezione definitiva della vera natura dell’uomo.
Sai cosa diceva, Osho? Diceva che la logica è una puttana (come ben sanno gli avvocati): esistono argomentazioni logiche sia per affermare una tesi che per negarla. E tu, caro Stephen, con il tuo credere per “logica” in Dio 22 anni fa e col tuo negarlo oggi perché la Teoria è sufficiente a spiegare se stessa, ci sei caduto dentro con tutte le scarpe.
La logica, si sa, lo insegnano tutti i mistici, non è in grado di dimostrare Dio. Esiste qualcosa di più profondo e di più grande, al di là della logica, al di là del positivismo scientifico, che si può solo percepire e vivere, ma non si può dimostrare con il raziocinio né con la matematica.
Perciò, ti faccio l’ultima domanda, a nome del mio amico Raffaele, che dopo anni di ricerca spirituale la sa davvero lunga: che senso ha tutta questa tiritera scientifica sull’esistenza di Dio? Davvero, non se ne sentiva il bisogno.
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